Donato Pirovano
Poeti della corte di Federico II
- Casa editrice: Collane
- Collana: I diamanti/serie rossa: i classici italiani
- Pagine: LXXVIII-730
- Volumi: 1
- Misure: cm 11,3 x 7,5 in brossura
- In libreria dal 17/09/2020
- ISBN: 9788869732706
- Soggetti: Letteratura italiana I. Dalle origini al Settecento. Testi
-
InCartaMenti del 08/01/2023
Paolo Romano -
Renaissance Quarterly, vol. 75, fasc. 3, pp. 1097-1099 del 30/11/2022
Cristina Acucella -
Romanische Forschungen del 17/12/2021
Rosario Coluccia -
La Lettura Corriere della Sera del 21/02/2021
Daniele Piccini -
La Letteratura e noi del 20/01/2021
Chiara Fenoglio -
Sololibri del 08/01/2021
Patrizia Falsini -
L'Indice dei libri del mese del 03/12/2020
Concetto Del Popolo -
Corriere di Como del 22/11/2020
Redazione -
Dante e Noi del 22/11/2020
Elisa Squicciarini -
Il Giornale del 26/09/2020
Claudia Gualdana -
Avvenire del 25/09/2020
Alessandro Zaccuri -
La Provincia del 22/09/2020
Franco Minonzio -
PDE social club del 21/09/2020
Redazione -
Letture.org del 17/09/2020
Intervista a Donato Pirovano
La lirica laica in volgare italiano nasce alla corte di Federico II. È una splendida poesia d’amore, che s’inscrive in modo originale nel florido filone del canto cortese, e che si presenta in uno strumento linguistico nuovo.
Tema quasi esclusivo è l’amore cortese della tradizione trobadorica con i suoi codici, i suoi ideali di purezza e di misura, e i suoi valori di cortesia e di raffinatezza spirituale, che rendono possibile la tensione del desiderio e in alcuni casi il suo compimento.
Rispetto ai loro predecessori occitanici, anche per la diversa realtà sociale e per il diverso pubblico, i Siciliani si concentrano, tuttavia, più sull’analisi dell’interiorità del soggetto lirico che sullo scambio interpersonale. Soprattutto Giacomo da Lentini – il più grande di questi poeti – inaugura una poetica dell’io, in cui vengono esaminate le emozioni suscitate dal pensiero ossessivo dell’amata “dipinta” nel cuore, per usare una sua fortunata metafora.
Questa nuova antologia di 147 testi comprende l’intera produzione del Notaro e di tutti gli altri poeti che la più accreditata tradizione critica lega alla corte di Federico e dei suoi figli. Per la prima volta rispetto alle edizioni correnti sono anche compresi i testi dei poeti occitanici marcatamente tradotti o meglio riscritti dai siciliani.
Il cappello introduttivo a ogni lirica e il fitto commento a piè di pagina intendono in primo luogo chiarire il testo e poi mettono in rilievo i legami dei siciliani con i loro antecessori e continuatori. La lunga Nota al Testo elenca e discute i numerosi cambiamenti di questa nuova edizione rispetto alle più recenti edizioni critiche.
insegna Filologia e critica dantesca e Filologia della Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Torino. Si occupa di novellistica, di Dante e di poesia italiana delle Origini. Per la Salerno Editrice ha curato il Diamante dei Poeti del Dolce stil novo e la nuova edizione criticamente rivista e commentata della Vita nuova nell’àmbito della NECOD (Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante).