Cesare Pavese (1908-1950) è stato uno dei protagonisti della storia culturale del nostro Novecento nella sua fase piú drammatica, tra fascismo e Seconda guerra mondiale.
Questo libro ne rivede la parabola esistenziale in tutta la sua complessità, partendo dalle Langhe e da Torino, luoghi della sua infanzia e della sua prima formazione, per seguirne il percorso creativo fi no al tragico epilogo del suicidio. Pavese ci consegna una produzione poliedrica, che comprende il genere poetico e quello narrativo, la saggistica e la scrittura di sé, insieme ad un’intensa attività di traduzione letteraria, in particolare di grandi testi nordamericani, e un costante impegno editoriale. Le sue opere hanno conosciuto reazioni critiche spesso contraddittorie fi n dalla prima raccolta poetica, Lavorare stanca, ricca di testi profondamente innovativi sia dal punto di vista dei temi che
dello stile; i suoi romanzi hanno segnato con impronta inconfondibile il tempo e gli eventi, individuali e collettivi, in cui si è trovato a vivere. Aspetto cruciale della formazione e della scrittura di Pavese è l’interesse per la classicità e per l’antropologia del mito, strumenti da lui ritenuti essenziali al fine di procurarsi una chiave di interpretazione dell’esistenza umana valida in ogni tempo. In tal senso, i Dialoghi con Leucò rappresentano l’approdo del suo impegno per le molteplici implicazioni, letterarie, filosofiche, antropologiche, tali da rivelare una sorprendente attualità nel messaggio.
Questo profilo propone dunque nella sua interezza la poetica e la produzione dell’autore, offrendo cosí il ritratto esaustivo di un uomo e insieme di uno scrittore che si colloca nel panorama culturale della modernità con un ruolo di assoluto rilievo.

Angela Guidotti

Angela Guidotti, già professoressa ordinaria di Letteratura italiana contemporanea nell’Università di Pisa, si è occupata di autori e testi dal Cinquecento al Novecento. A Cesare Pavese ha dedicato un libro e diversi saggi. Tra i suoi interessi piú recenti il tema del tragico, affrontato nel libro Forme del tragico nel teatro italiano del Novecento. Modelli della tradizione e riscritture originali (Pisa 2016) con analisi di opere di d’Annunzio, Pirandello, Bacchelli, Moravia, Pasolini. Particolare attenzione ha riservato a Italo Svevo, con numerosi articoli e due volumi: uno sul teatro, Zeno e i suoi doppi. Le commedie di Svevo (ivi, 1986; 2a edizione 1990) e l’altro sui racconti, Italo Svevo e la scrittura infinita. Testi sospesi, testi conclusi, testi ripensati (ivi, 2019).