Giovanna Ioli

Montale

La voce scabra ed essenziale prima, poi dimessa e colloquiale, di Eugenio Montale (1896-1981, insignito del Premio Nobel nel 1975) è quella di un protagonista indiscusso della cultura contemporanea, che ha contribuito in maniera determinante al rinnovamento della poesia italiana del Novecento.
Un canto duro e difficile, il suo, che si interroga sul senso dell’esistere e si avvale, specialmente nelle prime raccolte, di un linguaggio dantescamente «petroso» e «infernale»; una poesia «terrena», dunque, che fotografa una situazione di disagio esistenziale e pone l’istanza di salvezza non in un indefinibile «altrove», ma nella personale memoria, la sola in grado di riscattare il nostro passato, e quindi noi stessi, dallo scacco del tempo. Questa nuova, agile monografia ricostruisce l’intero itinerario biografico e artistico di Montale, in un intreccio continuo tra vita e poesia, sempre collocato all’interno del preciso contesto storico-sociale di riferimento e sempre con ampio ricorso a tutte le fonti documentarie disponibili. Dagli “Ossi di seppia” (1925) al “Diario postumo” (1996), l’intensa attività poetica di Montale – ma non solo: anche saggistica, di prosatore e traduttore, ecc. – viene analizzata con passione e puntualità, e ricostruita in ogni suo passaggio, così da costituire una vera «occasione» di scoperta e approfondimento.
Il gioco sottile di rispecchiamenti interni condotto con sapienza dall’autrice in queste pagine permette alla fine non solo di illuminare singole strofe o singoli episodi della vita di Montale, ma di abbracciarne compiutamente, l’intero universo poetico e biografico, e di apprezzarne l’intatta affascinante complessità.