Daniela Mangione

Prima di Manzoni. Autore e lettore nel romanzo del Settecento

Questo libro parte dalla considerazione che il romanzo italiano non nasce dai capolavori di Foscolo e Manzoni, come la storiografia letteraria ci ha abituato a pensare. Negli ultimi trent’anni infatti si sono ritrovate e ripercorse le tracce settecentesche, tutt’altro che invisibili, dei romanzi e delle riflessioni che a quei capolavori hanno, innegabilmente, condotto. Accanto al recupero di questi romanzi resta da analizzare il perché la critica abbia per oltre due secoli ignorato le numerose prove narrative nazionali del Settecento, relegandole a pure imitazioni e omettendo di cercare al loro interno i caratteri tipicamente italiani. Attraverso uno studio comparato, che guarda alle diverse tradizioni europee, l’autrice ritrova già nelle prove settecentesche di Chiari, Piazza, Seriman, Algarotti, Verri gli elementi distintivi della narratività romanzesca italiana. In particolare, se fra i tratti propri del romanzo c’è il nuovo rapporto personale fra l’autore e un lettore più di prima solitario, e mai come prima toccato dalla lettura, ecco che l’analisi dello sviluppo di tale rapporto rappresenta una via privilegiata per comprendere natura, qualità, posture proprie del romanzo italiano. In un percorso che incrocia estetica della ricezione, storia della lettura e della critica, e che reinterpreta documenti poi offerti in una Appendice, il mancato riconoscimento degli inizi del nostro romanzo ‘moderno’ permette così di cogliere nodi sostanziali della storia letteraria nazionale e di illuminare gli sviluppi successivi del problematico rapporto dell’Italia con la propria narrativa.

Daniela Mangione

Daniela Mangione ha insegnato presso l’Università di Chieti e presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma. Ha edito il romanzo settecentesco Il Congresso di Citera di Francesco Algarotti (Millennium, 2003).