Giovanni Raboni

Cadenza d'inganno

Cadenza d’inganno (in prima edizione nel 1975) è il secondo libro di versi di Giovanni Raboni (Milano 1932-Fontanellato, Parma, 2004), la cui strenua attività di poeta e traduttore, critico militante e giornalista ne fa una delle figure di maggior rilievo del secondo Novecento italiano. Nella scrittura raboniana Cadenza d’inganno (che raccoglie poesie del periodo 1957-1974) segna una svolta, avviando un’emersione dell’io lirico foriera di futuri sviluppi. Tra dispersione e struttura, un montaggio paradossale articola enigmatici frammenti esperienziali alla convergenza di storia individuale e collettiva. L’eros, che qui si affianca inedito al lutto per la madre, inaugura un “vero” dialogo con il tu e apre la poetica oggettuale ad una poesia di relazioni, spingendo l’io a confrontarsi dall’interno con la peste di una dimensione pubblica che incombe minacciosa sul privato. Alla strage di Piazza Fontana, alla morte di Pinelli e Feltrinelli, risponde lo sdegno etico e civile di una voce che parla dentro la storia. Nel titolo musicale, una strategia di depistaggio che fa fronte a nuove esigenze, compresa la crisi di dicibilità che revoca in dubbio la possibilità stessa della parola di leggere il reale. Di Cadenza d’inganno il volume presenta per la prima volta l’edizione critica e annotata. La nota filologica, sulla base di recenti acquisizioni, correda il testo critico di apparati variantistici e tavole di concordanza, che aprono inedite prospettive sull’usus scribendi raboniano. Il commento ai testi propone linee di lettura che si valgono di una puntuale descrizione linguistica retorica metrica, con particolare attenzione al dialogo intertestuale. L’introduzione, situando il libro nel dibattito culturale degli anni Sessanta e Settanta, ne indaga temi e coerenza testuale, struttura e strategia poetica. Completano il volume la prefazione di Giancarlo Alfano e due interviste rilasciate dall’autore, l’una alla curatrice nel 2002-2003, l’altra (inedita) a Sereni nel 1976. Prefazione di Giancarlo Alfano.

Giovanni Raboni

(Milano 1932 – Fontanellato, Parma 2004), voce poetica tra le più alte e rappresentative della poesia del Novecento e dei primi anni Duemila, ci lascia, insieme alla sua opera in versi (raccolta integralmente in Tutte le poesie. 1949-2004, Einaudi, 2014) un enorme lavoro di traduttore, critico militante – anche cinematografico e teatrale – e commentatore politico e di costume: testimonianze di una straordinaria sapienza letteraria e di una statura morale e civile che ne fanno uno dei punti di riferimento imprescindibili della cultura italiana.