Daniel Nony

Caligola

Caligola – e come lui altri celebri imperatori, quali Nerone o Diocleziano – si è ormai fissato nell’immaginario collettivo come una figura mitica immediatamente collegata a torbide storie di sangue e di sesso, di eccessi crudeli e di folli atteggiamenti (la storia d’amore con la sorella Drusilla, la spietata eliminazione dei principali oppositori, la pretesa di far console il proprio cavallo, le gozzoviglie, i piaceri smodati). L’affascinante ricostruzione biografica di Daniel Nony, sempre attento a inserire la vicenda umana dell’imperatore nel più ampio circuito storico-sociale del suo tempo, procede invece a una revisione profonda di quest’immagine tradizionale, rinunciando in partenza a ogni gratuita concessione agli aspetti più vulgati del «mito» di Caligola. E questo non certo nella pretesa a riabilitare il personaggio, bensì al contrario nell’intento di delinearne finalmente un ritratto che non risponda solo alle sollecitazioni della fantasia e del preconcetto, ma che poggi soprattutto su una precisa documentazione storico-critica: il vaglio attento delle fonti storiche a disposizione (Seneca, Plinio, Svetonio, Tacito, Dione Cassio, ecc.) assicura anzi il pieno rigore scientifico di quest’opera, godibile per altro anche – ed è componente nient’affatto secondaria – per la freschezza e la vivacità dell’esposizione.
Emerge alla fine un profilo di Caligola più equilibrato e sereno, dove trova posto, accanto alla follia, la moderazione, la «pietas» di un imperatore che, forse, fu più vittima che carnefice di un sistema politico ipocrita e sclerotizzato con cui s’era trovato drammaticamente a confrontarsi nel corso del suo breve principato (37-41 d.C.).
Anche se risulta alla fine impossibile giungere a conoscere sino in fondo chi fu veramente Caligola: le testimonianze di cui disponiamo sono troppo spesso interessate a mostrarlo sotto una luce sinistra o al contrario eccessivamente generosa, comunque poco obiettiva, così che infine tutto, sul suo conto, appare possibile dire e credere. È proprio questa impossibilità di collocare Caligola in una dimensione definitiva che ha alimentato il suo mito nel tempo: quale miglior destino per un principe che tanto voleva restare vivo nella memoria dei posteri?