Fernan Xuarez, Pietro Aretino

Coloquio de las damas. Dialogo

Prima che l’opera omnia di Pietro Aretino venisse messa all’Indice,
nella seconda metà del Cinquecento, la fama dello
scrittore, ertosi a censore del mondo e difensore della verità,
si diffuse in tutta Europa, come testimonia la fortuna indiscussa
tanto della sua produzione ordinaria, quanto di quella
erotico-pornografica e di quella religiosa.
Uno dei suoi testi piú letti e tradotti fu la terza giornata del
Ragionamento, in cui Nanna e Antonia narrano senza veli la
vita delle prostitute. In Italia essa apparve, clandestinamente,
in un’edizione autonoma, sotto il titolo di Opera Nova, per la
prima volta nel 1534, poi ancora nel 1535 (con due ristampe in
due città diverse) e nel 1547. Fu invece ribattezzata Dialogo in
altre due cinquecentine, una delle quali, sprovvista di coordinate
tipografiche, non era mai stata recensita né descritta sinora.
Nel presente volume se ne propone la coeva versione
castigliana, intitolata Coloquio de las damas (Siviglia 1547), opera
del canonico Fernán Xuárez. A fronte, l’originale italiano,
integrato da una traduzione di servizio sia del paratesto che
Xuárez aggiunse per dimostrare il valore esemplare del dialogo
aretiniano, opportunamente depurato, sia dei passi interpolati
piú consistenti. Il Coloquio, ristampato nel 1548 e nel
1549, conobbe un immediato successo editoriale, che neanche
la scure del Sant’Uffizio riuscí a stroncare del tutto. È vero
che, nonostante la dichiarazione di intenti di Xuárez, la ragionata
difesa della letteratura d’evasione e il sostanziale rimaneggiamento
del ben piú scabroso originale, la sua versione
non si salvò dalla condanna inquisitoriale, ma ciò non impedí
che nel 1607 venisse pubblicata di nuovo, pur senza il placet
delle autorità competenti.
L’edizione bilingue della terza giornata del Ragionamento,
corredata da un’esaustiva nota ai testi, è preceduta da un ampio
studio introduttivo in cui si illustrano le strategie di censura
attuate da Xuárez, se ne analizzano interpolazioni e manipolazioni,
e si fa luce sulle questioni di etica della lettura dibattute
nelle pagine liminari del Coloquio, ricostruendo infine
la fortuna dell’opera nell’Europa del XVI e XVII secolo.