La storia spesso trascura la vita di uomini illustri, che restano sullo sfondo degli avvenimenti, e questo è il caso di Ezio, l’ultimo grande generale di Roma.

Ezio visse e operò nel periodo tragico delle invasioni barbariche, quando lo stato romano veniva progressivamente cancellato dai nuovi venuti che si insediavano nel suo territorio. Mise comunque tutte le sue energie al servizio di Roma e riuscì a conservarne in parte il dominio combattendo senza posa e sempre con successo gli invasori, nonostante la progressiva dissoluzione dell’esercito nazionale per cui era costretto a servirsi di mercenari barbarici. Il suo trionfo fu rappresentato dalla battaglia dei Campi Catalaunici, in Gallia, dove nel 451 sconfisse insieme agli alleati visigoti le orde di Attila che avevano attaccato l’Occidente costringendo il re unno a ritirarsi.

Il suo imperatore,Valentiniano III, lo assassinò nel 454 e, con la sua morte l’impero si avviò inesorabilmente a una rapida dissoluzione.

Edward Gibbon scrisse di lui che era «l’uomo celebrato universalmente come terrore dei barbari e baluardo della repubblica di Roma».

 

Giorgio Ravegnani

insegna Storia dell’Italia bizantina all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo: Andare per l’Italia bizantina (Bologna 2016); Il traditore di Venezia. Vita di Marino Falier doge (Roma-Bari 2017); Bisanzio e l’Occidente medievale (Bologna 2019); L’età di Giustiniano (Roma 2019).
Per la Salerno Editrice ha pubblicato Teodora (2017), ed Ezio (2018).