Ernest Edwin Reynolds

Il processo di Tommaso Moro

  • Casa editrice: Collane
  • Collana: Profili, 4
  • Traduzione e note di Marialisa Bertagnoni, con una Premessa di Francesco Cossiga e una Introduzione di Luigi Firpo
  • ISBN: 9788885026681
  • Soggetti: Storia moderna. Ricerca storica
  • pp. 272, con 16 tav. f.t.

Nella primavera del 1535 un uomo dotto e arguto, mite e austero, specchio di probità e di umana gentilezza, salì il patibolo per volontà del suo re, che era il famigerato Enrico VIII d’Inghilterra. La sua testa mozzata fu esposta al pubblico ludibrio, infissa sui cancelli della Torre di Londra. L’Europa intera, nell’apprendere la notizia, fu corsa da un’ondata di indignazione e di sgomento, e non solo perché la vittima era un personaggio celebre, già Gran Cavaliere del Regno (cioè, primo ministro) e scrittore celebrato in virtù del suo capolavoro letterario e politico che va sotto il nome di Utopia: l’esecrazione esplose soprattutto perché la vittima era, nel modo più limpido e assoluto, un innocente.
Il processo che sboccò in quell’assassinio legale è stato ricostruito con esemplare rigore, utilizzando ogni fonte autentica disponibile, da Ernest E. Reynolds, che accompagna il lettore lungo i meandri di una procedura tipica del vecchio assolutismo, ispirato dal doma che la volontà del monarca rappresenta la legge suprema.
Ripercorrere quel tragico itinerario non significa soltanto penetrare i segreti di una remota vicenda storica, ma confrontarsi con un dramma perenne della condizione umana: quello del conflitto insanabile tra la coscienza privata e la violenza del potere, cioè, in ultima istanza, fra legge morale e interesse politico. Moro, posto dinnanzi a quel dilemma, non esitò: chiamato a violare la legge divina per compiacere l’arbitrio sovrano, si proclamò suddito fedele del re, ma non al punto da venir meno all’obbligo verso Dio. Per questo la Chiesa cattolica lo ha proclamato santo, mentre tutti gli uomini liberi venerano in lui un testimone inflessibile di libertà.