Emanuele Fiume

La Bibbia ferita.

Cronaca di tre stragi religiose (1620-1631)

Nel tempo in cui la guerra dei Trent’anni infuriava nell’Europa continentale, tre episodi particolari fotografano la distruzione violenta di società diverse tra loro per lingua e cultura, ma unite da alcuni elementi: la presenza vivace di comunità evangeliche.
Il primo episodio, la strage dei protestanti valtellinesi, passò alla Storia come “sacro macello”. Nel luglio 1620 la soldatesca radunata da un avventuriero valtellinese diede inizio a una vera e propria pulizia religiosa massacrando circa 700 uomini, donne e bambini di confessione evangelica. Alla fine della guerra la Valtellina fu restituita ai Grigioni con la clausola di non tollerare il culto protestante, mettendo così fine all’esperienza unica di una convivenza alla pari tra cattolici e protestanti in un territorio di lingua italiana.
Nel 1627 le truppe reali assediarono la città ugonotta di La Rochelle, importante porto sull’Atlantico e simbolo dell’editto di Nantes, che riconosceva il protestantesimo come religione tollerata e come forza politica. Dopo quattordici mesi la città protestante si arrese.
Il 20 maggio 1631 le armate imperiali irrompevano nella protestante Magdeburgo, la “Cancelleria del Signore Iddio” dell’ortodossia luterana e principale emporio granario dell’Europa nordorientale. I lanzichenecchi furono lasciati liberi di commettere ogni sorta di atrocità. Un pastore luterano si riparò con una Bibbia dalla sciabolata di un lanzichenecco, salvandosi la vita. Questa “Bibbia ferita”, che dà il titolo al volume, è tuttora conservata in un archivio parrocchiale.

Emanuele Fiume

Emanuele Fiume ha studiato teologia a Roma, Heidelberg e Zurigo, conseguendo il dottorato di ricerca. Nel 2010 ha vinto la “Van Halsema Fellowship” del “H. Meeter Center for Calvin Studies” di Grand Rapids, Michigan. Con la Salerno Editrice ha pubblicato Giovanni Calvino (2017). È pastore della Chiesa valdese di Roma.