Stefano Petrucciani

Ragione e dominio. Autocritica della razionalità occidentale in Adorno e Horkheimer

Questo volume di Stefano Petrucciani propone un riesame dei risultati più significativi di quella corrente di pensiero che si suole designare come Scuola di Francoforte.
L’attenzione dell’autore si concentra sul tema che indubbiamente è al centro di questa prospettiva di pensiero, quello della razionalità, indagato tenendo presente il complesso dell’opera dei capiscuola francofortesi, Theodor W. Adorno e Max Horkheimer, e soprattutto partendo dal testo in cui il problema è discusso più da vicino, la Dialettica dell’illuminismo.
Nel tentativo di illuminare il senso teorico di quest’opera la ricerca di Petrucciani stabilisce una fitta rete di rinvii a tutta la vasta produzione di Adorno e Horkheimer e ne mette in luce il variegato e complesso retroterra culturale. Mostra come la «teoria critica della società» si nutra non solo della tradizione di pensiero dialettico che passa per Hegel, Marx, Lukács, ma stabilisca anche un proficuo confronto con quella linea di pensiero negativo che ha i suoi punti più alti in Schopenhauer e in Nietzsche.
Non tralasciando di discutere, più ampiamente di quanto si sia fatto finora in Italia, anche la vasta letteratura critica internazionale fiorita negli ultimi anni intorno agli autori della Scuola di Francoforte, Petrucciani giunge infine a una proposta di lettura della Dialettica dell’illuminismo sensibilmente diversa da quelle correnti: individua in essa una prospettiva di pensiero che, senza nulla concedere all’irrazionalismo, può essere definita come «autocritica della razionalità occidentale». La riflessione di Adorno e Horkheimer denuncia cioè le interne aporie che minano il concetto di ragione, sempre più curvato in senso strumentalistico, che nella parabola storica del pensiero occidentale s’incarna; con altrettanta forza però richiama il pensiero a quel telos che segretamente da sempre lo anima, l’impulso a realizzare la vera universalità, a emancipare gli uomini dall’eteronomia; e sostiene che esso potrà essere concretato solo da una ragione che prenda piena coscienza dei propri condizionamenti naturali e sociali, e che proprio per questo si ponga non solo il compito di conoscere il mondo, ma anche quello di trasformarlo.