Giorgio Ravegnani

Ravenna prima di Ravenna

Miti e fondazioni di una capitale romana e bizantina

Ravenna divenne capitale dell’Impero romano d’Occidente quasi per caso. Nel 402 l’imperatore Onorio decise di trasferirvi la sua corte da Milano, dove si trovava sotto la minaccia dei Visigoti di Alarico. Era ritenuta una città imprendibile, con il mare e le paludi che la proteggevano, e i sovrani non la abbandonarono fino alla caduta dell’Impero, quando l’ultimo imperatore di Roma, Romolo Augustolo, fu deposto proprio a Ravenna dal barbaro Odoacre, che la confermò capitale del suo regno. Teodorico poi la abbellì con splendidi monumenti, ultimo il suo mausoleo. Giustiniano I riconquistò Ravenna nel 540 e da quel momento la presenza dei Bizantini fu stabile per secoli. Si svilupparono ancora le tradizionali espressioni artistiche, con la costruzione tra l’altro della basilica di San Vitale, ornata con i meravigliosi mosaici che raffigurano Giustiniano e Teodora eseguiti negli anni più cruenti del conflitto greco-gotico. Dopo l’invasione dei Longobardi, i Bizantini mantennero la loro presenza in Italia: Ravenna fu sede del governo centrale e vi insediarono verso il 584 un governatore straordinario, l’esarco, in carica fino al 751, quando con la definitiva conquista longobarda della città terminò anche la storia di Ravenna capitale.

Giorgio Ravegnani

Ha insegnato Storia dell’Italia bizantina all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra i suoi libri piú recenti ricordiamo: Bisanzio e
l’Occidente medievale (Bologna 2019); L’età di Giustiniano (Roma 2019). Per la Salerno Editrice ha pubblicato Teodora (2017), Ezio (2018), Venezia prima di Venezia. Mito e fondazione della città lagunare (2020).