Paolo Orvieto

Buoni e cattivi del Risorgimento. I romanzi di Garibaldi e Bresciani a confronto

Questo saggio inaugura l’anno di celebrazioni dell’Unità  d’Italia prendendo in esame le opere letterarie di due protagonisti del Risorgimento: Giuseppe Garibaldi e il gesuita Antonio Bresciani, meno noto del primo, ma non inferiore a lui per vis polemica. Giuseppe Garibaldi, autore dei quattro romanzi – Clelia, il governo dei preti; Cantoni il volontario; I mille; Manlio – trova nell’invenzione letteraria un’arma in più, e non meno affilata, per battersi contro la Chiesa e l’apparentamento tra potere spirituale e potere temporale del papato. Di contro, Antonio Bresciani, suo acerrimo avversario politico, è autore di una feroce Trilogia scritta su commissione di papa Pio IX, in cui lancia il suo anatema contro i rivoluzionari francesi, giacobini, massoni, socialisti ritenuti degenerati cospiratori e diffamatori dell’autorità del papa.

Paolo Orvieto

Paolo Orvieto, già professore ordinario all’Università di Firenze, ha al suo attivo oltre duecento pubblicazioni: sul Rinascimento fiorentino (saggi su Pulci, Poliziano, Lorenzo de’ Medici e edizioni di opere degli stessi autori), sulle letterature comparate (Misoginie; Misoginie 2; Labirinti castelli giardini; Il mito di Faust; La vera storia di Giuda) e sulla teoria della letteratura. Si occupa di Pulci fin dal suo Pulci medievale. Studio sulla poesia volgare fiorentina del Quattrocento (1978; poi Pulci. Luigi e una famiglia di poeti, 2017, e Lettura allegorica del ‘Morgante’, 2020: tutti editi dalla Salerno Editrice).